Prova aperta di suoni e corpi in racconto
“Il mio corpo è la mia casa” si sviluppa all’interno di un percorso laboratoriale avviatosi nel maggio 2011 con un gruppo integrato di immigrati richiedenti asilo politico, provenienti da paesi con assetto geopolitico fortemente compromesso, e persone provenienti da diverse realtà territoriali.Il laboratorio è stato gestito dall’associazione Atlantide - la città ritrovata e finanziato all’interno delle attività riabilitative promosse dal CSM n. 6 ASL Bari e dalla Cooperativa Sociale Al.i.c.e.
Il percorso si struttura intorno alla volontà di dar voce al vissuto di corpi negati, donando loro la possibilità di superare l’indicibilità della propria esperienza di vita e di cominciare a ripensarsi come capaci di progettare la propria esistenza.La sperimentazione con oggetti sonori, supportata da tecniche autobiografiche, ha portato al superamento delle difficoltà comunicative iniziali e alla creazione di un codice meta-verbale, che ha permesso al gruppo di raccontarsi dando vita ad un ensemble “improbabile”, testimone di un silenzio infranto.Il lavoro fotografico è stato fortemente inteso come medium comunicativo di un rituale d’attraversamento: dalla frammentazione legata all’esperienza dolorosa, alla volontà di ritorno a sé come unica e atavica dimora.Il lavoro a cui assisterete stasera, ha il desiderio di infrangere gli stereotipi esistenti intorno all’immagine dell’immigrato e ripristinare un dialogo con le culture altre che parta da un senso di appartenenza antica e dimenticata.
Il percorso si struttura intorno alla volontà di dar voce al vissuto di corpi negati, donando loro la possibilità di superare l’indicibilità della propria esperienza di vita e di cominciare a ripensarsi come capaci di progettare la propria esistenza.La sperimentazione con oggetti sonori, supportata da tecniche autobiografiche, ha portato al superamento delle difficoltà comunicative iniziali e alla creazione di un codice meta-verbale, che ha permesso al gruppo di raccontarsi dando vita ad un ensemble “improbabile”, testimone di un silenzio infranto.Il lavoro fotografico è stato fortemente inteso come medium comunicativo di un rituale d’attraversamento: dalla frammentazione legata all’esperienza dolorosa, alla volontà di ritorno a sé come unica e atavica dimora.Il lavoro a cui assisterete stasera, ha il desiderio di infrangere gli stereotipi esistenti intorno all’immagine dell’immigrato e ripristinare un dialogo con le culture altre che parta da un senso di appartenenza antica e dimenticata.

Ensemble sonoro
Enzo GranellaSupporto psico-educazionale
Alessia Laudisa
conMarieRose K. Paulette O. Gholam S. Zakaria H. Mhoammhed KadijiaJimma Erkan Abdousalam C. Enzo G. Alessia L. Rosanna D. Giuseppe T.Giacomo A.
Tecnico audio luciRoberto Ficarella
GraficaLuigi Laudisa
Tecnico audio luciRoberto Ficarella
GraficaLuigi Laudisa
Associazione Origens di Ana Estrela
Degustazioni dolci brasiliani
INGRESSO GRATUITO
Info: 347/5071501 – 347/7237187
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