Rigettiamo ulteriori tagli e l’aumento dell’orario di lavoro. La scuola ha già dato.
Ora vogliamo essere ascoltati. Vogliamo ripartire con un nuovo progetto di scuola
L’agitazione diffusa dei docenti nelle nostre scuole e la protesta unitaria delle organizzazioni
sindacali non ha alzato di molto il livello di attenzione sulla scuola pubblica che continua ad essere
insufficiente: anche se nella discussione del DDL “Stabilità” pare bloccarsi l’ultima episodica
aggressione nei confronti dei lavoratori della scuola, nello stesso provvedimento in perfetta
continuità con le norme finanziare degli ultimi anni, si continuano a prevedere tagli pesantissimi
di risorse alla scuola statale e al contempo inspiegabili elargizioni a quella privata, determinando
il permanere di un profondo disagio del personale sia per le condizioni stipendiali, sia per le
condizioni lavorative che mortificano profondamente professionalità e dignità.
Le norme sulla spending review e la legge di stabilità hanno fissato obbiettivi di razionalizzazione
che la scuola italiana, semplicemente, non può più sopportare.
Il personale della scuola aspetta da oltre un anno di avere risposte chiare sul riconoscimento
degli scatti di anzianità. Il Ministro Profumo si era impegnato a pagarli già al momento del suo
insediamento in viale Trastevere: da allora ci sono stati continui rimpalli di responsabilità tra MIUR
e MEF e intanto il blocco degli scatti per l'anno 2011 nega anche la validità giuridica di tale anno
per le ricostruzioni di carriera e non viene riconosciuto nemmeno nelle ricostruzioni di carriera dei
neo immessi in ruolo e nei passaggi per mobilità professionale da un ruolo all'altro. In assenza di
una soluzione politica non rimane che la via della protesta diffusa e della via giudiziaria.
Il nostro contratto è scaduto da 3 anni, aspettiamo la restituzione di un biennio per la nostra
progressione economica, i neoimmessi in ruolo hanno una carriera sterilizzata e ai precari
addirittura si vieta di monetizzare le ferie maturate e non godute violando apertamente un diritto
costituzionale. Il potere d'acquisto delle nostre retribuzioni è, ormai, pesantemente ridotto e a
ciò si aggiunge il tentativo di aumentare l'orario di lavoro fuori da ogni confronto e senza risorse
aggiuntive. Tutto questo per limitarci alle ricadute più strettamente economiche sulla nostra
condizione, tacendo delle ormai impossibili condizioni di lavoro in cui docenti e ATA sono costretti
quotidianamente a prestare la propria opera.
In quest’ottica, i recenti interventi sull'orario di lavoro non sono altro che l’ennesima superficiale
aggressione che si aggiunge ai tagli degli organici , all'aumento del numero di alunni per classe,
alla riduzione delle ore di insegnamento, al taglio delle risorse economiche, alla riduzione
del personale ATA nelle scuole. Riteniamo che la scuola in questa crisi abbia già pagato nel
nostro Paese un prezzo altissimo, i cui risultati nefasti si ripercuoteranno inevitabilmente sulle
generazioni future a seguito dell'inevitabile abbassamento della qualità dell'offerta didattica.
Questa condizione generale richiede una drastica inversione di tendenza nelle politiche
scolastiche. La scuola non ha bisogno né di bastoni, né di carote, ma di un progetto serio condiviso
che coinvolga tutti i protagonisti della vita scolastica, giornalmente impegnati a misurarsi con
numerosi problemi e a risolverli, nonostante le continue “attenzioni” che i governi di turno
hanno dedicato alla nostra scuola minandone la sopravvivenza e disattendendo il dettato della
Costituzione Italiana che garantisce a tutti il diritto al sapere, l'accesso alla scuola pubblica ed il
libero insegnamento, diritto oggi messo evidentemente in discussione.
L’inversione di tendenza deve partire dal rispetto delle norme, delle competenze contrattuali e
della dignità professionale dell’intera categoria. Non possono essere più sopportati progetti di
riforma/risparmio sulla pelle dei lavoratori, suscettibili di modificare alle fondamenta il rapporto
di lavoro e lo stesso ordinamento scolastico, senza nessuna forma di consultazione. I lavoratori
della scuola esigono, oggi, di essere ascoltati dalle istituzioni e dalla politica. Anche perché senza di
loro, senza il loro spirito di servizio e di abnegazione, come stanno dimostrando le astensioni dalle
attività accessorie deliberate in questi giorni, la scuola semplicemente non può funzionare.
Si riparta allora dall’ascolto della categoria. Si riparta ritirando l’innalzamento unilaterale
dell’orario di lavoro nella secondaria, si riparta restituendo i due anni di anzianità per la
progressione economica di tutti i lavoratori della scuola. I fondi per compiere questi interventi
possono, devono esser trovati altrove facendo scelte differenti, senza costringere la scuola e i suoi
lavoratori a fare ulteriori sacrifici, senza incidere nuovamente sulla loro condizione.
Soltanto con queste premesse può essere possibile per le istituzioni e la politica riconnettersi
appieno col mondo della scuola per condividere un progetto di rilancio e di nuovo sviluppo
dell’istruzione e della conoscenza pubblica che, solo, in questa fase può permettere a cittadini e
lavoratori di guardare con fiducia al futuro delle nostre comunità.
Per questi motivi l’assemblea ribadisce la sospensione di tutte le attività aggiuntive del personale docente e ATA almeno fino allo sciopero generale del la scuola dichiarato da tutte le organizzazioni sindacali per il prossimo 24 novembre, così come elencate nel precedente collegio autoconvocato dei docenti del 20 ottobre scorso e cioè:
- l’astensione del personale dalle ore eccedenti l’insegnamento previsto contrattualmente per la copertura delle assenze dei colleghi;
- l’astensione dalle prestazioni aggiuntive oltre l’orario d’obbligo, sia legate ad attività progettuali di ampliamento dell’offerta formativa che ai corsi di recupero (Idei);
- l’astensione dall’attività di tutte le commissioni in carica, fatte salve quella del personale dei docenti di sostegno;
- l’astensione dalle attività di tutte le figure di sistema individuate (funzioni strumentali, coordinamenti e segretariati dei consigli di classe, attività dei dipartimenti, ecc.);
- l’astensione dall’accompagnamento degli studenti in tutti i viaggi di istruzione e delle visite guidate eventualmente programmati, ad eccezione di quelli in cui non sia possibile ad oggi restituire le quote di partecipazione;
- l’astensione temporanea dai colloqui individuali mattutini con i genitori degli studenti;
- l’astensione del personale ATA da qualsiasi altra forma di attività straordinaria.
- la trasmissione del presente deliberato alle istituzioni locali (Sindaco, Giunta, Consiglio Comunale, Provinciale, Regionale) alle quali si richiede di assumere iniziative concrete di condivisione delle argomentazioni esposte e delle conseguenti iniziative, agli uffici periferici dell’Amministrazione Scolastica (Ufficio Scolastico Provinciale e Regionale), nonché al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e al Presidente del Consiglio dei Ministri, e ai Presidenti delle Camere.
Votato all’unanimità dalla Assemblea dei lavoratori del Liceo Scientifico “I.Alpi” Rutigliano
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