Uno degli argomenti che stanno facendo molto discutere in Italia è senza dubbio quello che riguarda la Iiberalizzazione delle droghe leggere, rese illegali dal Decreto n.309 del Presidente della Repubblica il 9 Ottobre 1990, modificato dalla legge n.49 del 21 Febbraio del 2006 meglio conosciuta come legge Fini-Giovanardi, in occasione delle Olimpiadi invernali di Torino, al fine di ridurre la criminalità organizzata. Sembra però che la stessa legge stia per arrivare a capolinea soprattutto in seguito alle migliaia di manifestazioni dei malati che hanno trovato nella cannabis una grande risorsa per le proprie cure, che i farmaci chimici non riescono a dare. Dal punto di vista istituzionale la proposta di liberalizzare della cannabis è partita dall'assessore lombardo della Lega Nord, Gianni Favia, subito bocciata dal vertice della Lega, Maroni, nonostante gran parte del partito fosse d'accordo con lui. Ma cosa pensano i rutiglianesi sulla legalizzazione delle droghe leggere? Dal sondaggio risulta che la maggior parte sia favorevole a rendere libera la cannabis, ma ciò che fa la differenza sono le motivazioni che gli intervistati hanno dato: c'e chi sogna, soprattutto tra i più giovani, di fare libero uso della marijuana al fine di annebbiare la propria mente e divertirsi in tale modo, senza il rischio di essere punito dalla legge. C'è chi invece crede che la cannabis sia un medicinale molto efficace e che essa non venga legalizzata, in quanto le case farmaceutiche perderebbero gran parte del proprio guadagno, che punta soprattutto al longevo utilizzo di farmaci che alleviano il dolore o i sintomi di una malattia senza curarla effettivamente. Risposta molto ricorrente da parte dei favorevoli alla liberalizzazione è che la legalizzazione della marijuana andrebbe contro le associazioni a delinquere e pertanto le droghe leggere continuano ad essere illegali poiché c'è la convinzione, da parte di questa fetta di intervistati, che ci sia una forte correlazione tra Mafia e Stato. Quella appena citata è una risposta che va contro il pensiero del giudice Paolo Borsellino il quale dice in una sua conferenza del 1989 che "è da dilettanti di criminologia, quello di pensare che liberalizzando il traffico di droga, sparirebbe il traffico clandestino e si leverebbero queste unghie dall'artiglio della Mafia, [...] anzi avviene che le categorie più deboli e meno protette (i minorenni o in generale chi non potrebbe accedere al mercato ufficiale) saranno le prime ad essere investite dal mercato clandestino". Un intervistato invece ritiene che l'Italia sia un popolo troppo ignorante per gestire il libero utilizzo di droghe, poiché servirebbe una vera e propria educazione e crede che questo sia molto difficile in quanto pochi riescono a capire per esempio che non bisogna bere prima di guidare, non fosse altro perché le statistiche registrano ancora molte morti dovute all'assunzione di alcol. E' stato chiesto anche il parere del Vicesindaco di Rutigliano, Pasquale Redavid, il quale però ha rifiutato di rispondere in quanto una sua esposizione sull'argomento potrebbe portarlo ad essere criticato o attaccato, consigliando anche di non parlare molto di quest'argomento. Nonostante questo, sarebbe interessante vedere come la giunta comunale di Rutigliano, costituita per la maggior parte da persone che fanno parte della vecchia generazione, si approcci ad argomenti come quello affrontato in questo articolo, poiché dimostrerebbe se Rutigliano stessa sia un paese dalla mentalità aperta; per ora si è dimostrato, con la maggioranza favorevole alla liberalizzazione, priva (eccetto alcuni anziani dalla vecchia mentalità) di luoghi comuni.
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Commenti
Peraltro, il corpo tenderà a costruire una resistenza in modo che sniffare cocaina non produrrà più la stessa soddisfazione o estasi (.), ma risulta dalle statistiche che la persona finirà in overdose nel tentativo di rispondere agli effetti della dipendenza da droga.
In definitiva, il concetto (falso e diabolico) che certi stupefacenti producano effetti terapeutici è un terribile inganno, perchè non ho incontrato mai un drogato/a felici!
Vite distrutte, corpi devastati e menti stravolte sono le conseguenze, a medio e lungo termine, di chi ha fatto della droga la sua ragione di vita. Eppoi, che centra la droga con i preti e i bigotti?
A scanso di equivoci, io non sono nè l'uno nè l'altro, essendo semplicemnte un cristiano che ha fatto l'esperienza di Gesù nella propria vita. E ti assicuro che della droga non ne sento nemmeno il pensiero......
Il senso di civiltà e libertà che si ha in olanda é lontano anni luce dal nostro paese. Si facessero un viaggio tutti quelli che hanno dei dubbi!
Chi si fa una canna non ha un vuoto interiore? chi, come i preti, non si unisce in matrimonio o altro, hanno un vuoto che cercano di colmare con la violenza morale e non solo.
La differenza sostanziale tra cannabis e farmaci e che la prima si può autoprodurre in tutto il mondo e non genera ricchezza per multinazionali del settore che sono a loro volta collegati con lo IOR.
Se avessi la possibilitá di piantare la marjuana, non darei i miei soldi alla criminalitá.
Se al posto dei tendoni uva, irrorati di fitofarmaci che ci stanno ammazzando, piantassimo qualche ettaro di marjuana, che non ha bisogno di nessun trattamento, Rutigliano avrebbe un'aria più respirabile.