L’industrializzazione che avanza toglie sempre più spazi verdi in un panorama urbano in continua espansione. Le fabbriche mangiano terreno, il cemento rimpiazza il legno e il grigiore dello smog contrasta con il bianco delle nuvole.
Bisognerebbe fissare dei paletti, delimitare confini entro i quali la remunerativa industria non vada ad invadere la terra fruttuosa. Gli stessi confini delimitati da un nastro rosso e bianco e da un cartello di divieto di ingresso presso la zona PIP di via Adelfia a Rutigliano.
La causa di questo marcato limite è riconducibile ad una scoperta di circa due settimane fa.
Il 13 agosto, l’’ingegnere Erminio d’Aries, scortato dalle forze del Comando della Polizia Municipale, eseguiva un sopralluogo nella zona industriale di via Adelfia, quando nel corso dell’esame, il responsabile del servizio urbanistica ed edilizia privata dell’ufficio tecnico di Rutigliano ha notato che un appezzamento di terreno agricolo risultava completamente livellato e coperto da uno strato calcareo di piccola pezzatura. Il terreno in questione porta le coordinate del catasto: Foglio 18, particelle 23 e 60. Interrogato il legale rappresentante dell’azienda proprietaria di questi due fazzoletti di terra, la Divella S.p.a., l’interrogato (Dott. Francesco Divella) ha dichiarato che quel materiale calcareo provenisse in realtà dal vicino opificio “Il Piatto del Gusto”, il quale porta avanti lavori di ampliamento di capannoni e di costruzione di silos (entrambi lavori regolarmente approvati) e che il materiale si trovasse lì unicamente come sistemazione momentanea. In realtà i lotti 23 e 60 sono classificati come “Zone E” ovvero zona ad interesse agricolo. Le stesse particelle 23 e 60 rientrano in un progetto presentato dalla Divella S.p.a. nel febbraio 2012, progetto secondo il quale è previsto, in caso di autorizzazione, la trasformazione dei due terreni da “Zona E” agricola a Standard (parcheggio). Questa procedura, avviata nel 2012 ha incontrato favori da parte degli Organi Regionali, tuttavia si tratterebbe di una pratica in itinere e per il quale è previsto un periodo di approvazione di ulteriori 14 mesi. Alla luce di questi dati, i lavori di livellamento e la presenza di materiali lapidei sono da considerare senza alcuna autorizzazione formale, quindi è stato ritenuto di dover disporre il ripristino dello stato “agricolo” dei luoghi, mediante la rimozione dello strato di materiale calcareo.
Nell’ “Ordinanza di Ripristino allo stato agricolo” sono stati citati i nomi del Dott. Francesco Divella e del Dott. Pasquale Divella in qualità di responsabili legali della S.p.a.; il Geometra Stefano Ardito e l’ingegnere Vincenzo Marrone, in carica di Direttori dei lavori ed il Sig. Francesco Difino, titolare dell’impresa coinvolta nei lavori. I cinque citati sono stati chiamati a ripristinare lo stato agricolo delle particelle 23 e 60 entro e non oltre 90 giorni dall’ Ordinanza del 14/08/14, nel caso in cui dovesse scadere il termine prestabilito senza alcun risultato, i due lotti di terra saranno acquisiti gratuitamente al patrimonio del Comune di Rutigliano.
L’ordinanza che porta la firma dell’Ingegnere Erminio D’Aires, Responsabile dei lavori, riporta una parentesi: “ contro la presente Ordinanza è ammesso il ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale Puglia, ai sensi della legge 1034/1971, entro 60 giorni dalla notifica della presente, oppure, in via alternativa ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, da proporre entro 120 giorni dalla presente, ai sensi del D.P.R. 24 novembre 1971, n. 1199”
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Commenti
da bravi giornalisti (???????) vanno verificate le notizie.
- le date non sono vere,
- di quale verde pubblico scrivete???, un campo di steppaglie???
forse il comune voleva crecare lì il parco comunale o il pala cultura????
e una delibera a favore del tarallificio cannito ...........??????-----------