Un'annata sempre più negativa, quella registrata dai produttori di uva da tavola quest'anno: è ancora il maltempo a danneggiare gli agricoltori, già ridotti in ginocchio dalle piogge abbondanti e incessanti di luglio. A colpire il prodotto, ancora una volta, è la grandine, caduta violentemente martedì 7 ottobre nell'arco di circa 2 ore. E a soffrire, ancora una volta, è l'agro che circonda Rutigliano, dove si sono visti chicchi scagliati ad una velocità impressionante: "I danni maggiori", afferma l'agronomo Piero Albanese, "si sono verificati sugli impianti dove non erano presenti le reti di protezioni sui teli, quindi tutte quelle situazioni di coperture di posticipo. E le zone più colpite sono state proprio il centro di Rutigliano, partendo dal confine con Noicattaro, per estendersi poi fino a Casamassima, all'altezza della Statale 100. La fascia che è stata interessata dalla tempesta di grandine è abbastanza estesa, così come importante è stata quest'ondata di maltempo, spostatasi poi su Fasano. Lì non è presente l'uva da tavola come produzione, ma ci sono verdure invernali che si stanno piantando in questo momento, su cui si sono registrati danni abbastanza rilevanti."
Complice il clima che non risponde più a ciò che la natura impone, la produzione di uva è destinata a scarseggiare per questo e per gli anni a venire, e lo conferma anche Albanese: "A fronte di questo eccesso di precipitazioni e considerando gli sbalzi di temperatura, l'umidità e il prodotto che si bagna, sicuramente avremo problemi di muffa sull'uva, anche se comunque la situazione al momento è sotto controllo. Un'altra problematica che potrebbe verificarsi, in questo stato di cose, è la comparsa del cracking, che si innesca quando c'è la spaccatura degli acini, e che è causata dall'eccessivo assorbimento dell'acqua da parte della pianta. Tuttavia, casi preoccupanti di questo genere, al momento, non se ne sono presentati. " L'eccesso di acqua, in ogni caso, è negativo per la produzione in sé, ulteriormente limitata dall'embargo russo, che sta bloccando l'esportazione italiana di uva da tavola: "L'embargo russo non costituirà un problema quest'anno, ma a lungo andare lo diventerà, dal momento che il prodotto adesso arriva principalmente da Sud Africa, Cile, Turchia e Perù. Anche se la situazione dovesse sbloccarsi, si avvertiranno difficoltà nell'esportazione dei prossimi anni, soprattutto da parte di chi, sostenendo il mercato russo, perderà clienti e contatti, che saranno difficili da ristabilire."
*foto dal gruppo facebook Coltivatori uva da tavola
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