
"La bella Chiesa della SS.ª Annunziata, bella non solo per l’edificio, ma più pel sito incantevole, è posta sul prolungamento di una collina amenissima, e di fronte ad un vastissimo orizzonte", così comincia il capitolo dedicato alla chiesa dell’Annunziata di un libro sulla storia di Rutigliano che Lorenzo Cardassi scrisse e diede alle stampe nel 1877.
"Circa la sua antica origine non ci è dato precisar tempo" dice ancora lo storico. "Sappiamo però che detta chiesa con la dote di esteso terreno formava una Grancia". "...sappiamo solo -continua il Cardassi- che dai predetti Normanni furono fondate non poche di queste Grance; sicchè l’epoca della nostra Annunziata devesi riferire a quel tempo". Secondo il Cardassi, dunque, la chiesa dell’Annunziata risale all’epoca dei Normanni (XI secolo).
Un altro storico e studioso locale dei giorni nostri, Carmine Laforgia, teologo e insegnante, ha provato a dare una collocazione storica e una origine più precisa alla nostra chiesetta rurale.
In un interessante articolo pubblicato su “Liberamente” del 7 giugno 1998 così scriveva: «A circa 3 km a sud-ovest da Rutigliano, su un’altitudine di 170 metri s.l. del mare sorge, su uno sperone roccioso, la chiesa rurale dell’Annunziata.
In un manoscritto del 1739 si legge che Antonio Grignetta, visitatore delle «grancie» (grancie= insieme di terreni e di edifici) del monastero di San Giovanni in Fiore, compilò nel 1578 (1576) una «Platea» nella quale si afferma che il suddetto monastero possedeva a Rutigliano una grancia denominata anticamente "S. Tomaso". Questa comprendeva una chiesa sita vicino le mura della stessa città’ ma "essendo cascata e rovinata, asseriscono gli antichi di detta Terra li quali dicono averl’inteso dalli più’ antichi di loro, fu edificata un’altra chiesa..., e si chiama S. Maria del Castello menbro e Grancia della Badia di S. Giovanni in Fiore"».
«Dai manoscritti fino ad ora rinvenuti -continua Laforgia- si è potuto dedurre che la chiesa rurale di S. Maria del Castello fu edificata tra il XII ed il XIV sec. ad opera dei monaci del monastero forense di S. Tommaso di Rutigliano». «E’ interessante notare come in antiche carte geografiche della Puglia del XVII secolo è segnata, tra Rutigliano e Turi, la località di S. Maria del Castello. Il che lascia supporre che tra il XIII e il XVII secolo S. Maria del Castello doveva essere il nome di un villaggio abitato formato da piccole case e forse circondato da mura. Ancora oggi nei pressi della chiesa si possono osservare i resti di antiche abitazioni e di piccole torri di difesa. Il toponimo “Castello” quindi ci può far immaginare la presenza di un villaggio fortificato, munito di torri e mura di cinta, nel quale la chiesa svolgeva la sua funzione di luogo di culto per la popolazione del villaggio».
Non abbiamo dunque a che fare con la presenza di una semplice chiesetta rurale, ma di un sito di interesse archeologico mai seriamente indagato che potrebbe regalarci ancora tanta altra storia antica in una cornice di straordinaria bellezza naturale.
Invece no. La chiesa dell’Annunziata è abbandonata al suo fatiscente destino, nel tempo depredata dei suoi tesori, lasciata all’incuria e alla mania devastatrice dei vandali.
Anche la lama che la ospita non se la passa meglio: una discarica a cielo aperto di rifiuti di ogni genere. Ora è la volta dei teloni di plastica, anche bruciati, e dell’amianto abbandonati senza problemi, senza un ripensamento, sia pure piccolo, o un moto di vergogna.
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Commenti
Ce ne sono tanti di questi che preferiscono ascoltare il flauto dei pastori.
Poi ce ne sono altri che fanno gli ecologisti, anzi scendono sul campo e denunciano la presenza dell'amianto e poi ......... guarda un pò che l'amianto ce l'anno su casa. Sì, dico che sul tetto della propria casa hanno l'amianto. Possono essere questi i nostri lungimiranti pastori?
siamo figli di una mentalità affaristica ,consumista,opportunista... devastante e irrispettosa di ogni altra cosa che non ci porti guadagno monetario.Siamo sempre attenti al bilancio economico della nostra azienda,della nostra famiglia, della nostra tasca, ma del bilancio globale del funzionamento civile della società ci importa ben poco... ma queste ,purtroppo, sono parole sprecate, perchè questi imbecilli,ignoranti,delinquenti non hanno neppure la coscienza che gli fa sentire un minimo di rimorso. E allora speriamo in un altra generazione di contadini possibilmente più educati e civili.
Conveniamo tutti che è più piacevole rimanere “fra gli ovili ad ascoltare il flauto dei pastori”, mentre è più impegnativo schierarsi per la battaglia. Ai nostri giorni, si preferisce l’evasione alla battaglia, scacciare i pensieri piuttosto che affrontare i problemi, la leggerezza della contemplazione al peso di un’armatura. Vi sono momenti cruciali in cui il popolo è chiamato a non ignorare il bisogno di scelte coraggiose. Guardandoci attorno, non possiamo che riconoscere la gravità della situazione dell’individuo e del mondo. Ciò richiede ferme e nobili decisioni da parte di ognuno di noi.
Ricordo incontri di tre-quattro persone per decidere azioni di sensibilizzazione sulla questione Annunziata ; giornate di educazione ambientale con le scolaresche organizzate a nostre spese, prendendo anche giorni di ferie pur di coinvolgere e far conoscere, a più persone possibili, le bellezze e le tematiche ambientali legate alla questione Lama San Giorgio e all’Annunziata in particolare; di intimidazioni, di gomme di auto tagliate, di alberi piantati e dopo due giorni divelti con tanta rabbia da vandali della peggior specie nel Vallone Guidotti; di denunce fatte al sindaco Di Gioia senza esito, alle Guardie forestali...
Mentre pochi combattevano queste battaglie, molti disertavano rimanendo “tra gli ovili ad ascoltare il flauto dei pastori”.
Vogliamo provare a salvare questo piccolo lembo di terra dalle barbarie dei predoni?
Bene, meno indignazione e più impegno e concretezza!
complimenti al sig. Nicastro per aver documentato lo stato delle cose:speriamo che adesso si muova qualcosa e si risolva una volta per tutte la qustione del parco
Tra poco sarà la fine di questo paesaggio, se gli scarichi del depuratore dell'AQP saranno riversati nei pressi della chiesa. La creazione del parco tarda ad arrivare, e questo sarebbe già un primo passo per la tutela della lama.
Facciamo una richiesta al Vice Presidente della Provincia, nonchè Assessore Provinciale alla Cultura e nostro CONCITTADINO, affinchè faccia qualcosa per la chiesa dell' Annunziata.
Farebbe, così, qualcosa di importante per la sua città e per la collettività tutta.
Se non è cultura la salvaguardia di un patrimonio di così inestimabile valore..
Non bastava gettare i teli usati, no bisognava anche incendiarli!