
Diversi lettori nei loro commenti chiedono conto del perchè l’isola ecologica comunale sia chiusa. Ritengo utile ripubblicare qui un mio articolo apparso su “Liberamente” del 18 febbraio del 2006. Vi si spiega come nasce questa struttura, quanti soldi sono stati spesi e cosa abbia prodotto in termini di differenziazione dei rifiuti.
Sul fatto che sia stata chiusa, pur essendo attrezzata in tutto, c’è da dire che la mancanza di soldi c’entra relativamente, anzi di soldi potrebbero anche non volercene. La questione è soprattutto di mancanza di iniziativa, di manifesta indifferenza verso la raccolta differenziata che la vecchia amministrazione in dieci anni di governo ha sempre dimostrato. La struttura avrebbe potuto essere data in gestione gratuita a una cooperativa sociale, come ha fatto il comune di Noicattaro, il quale l’anno scorso ha visto crescere notevolmente le percentuali di raccolta differenziata senza spendere un centesimo in più, semplicemente affidando la raccolta del cartone alla cooperativa Ecopolis di Bari.
Ecco l’articolo
«UN'OCCASIONE MANCATA E UNO SPRECO DI DENARO PUBBLICO
Sono stati spesi 398.300 euro per riciclare 280 t di rifiuti: 1422 euro a tonnellata, una cifra pazzesca
Il 15 dicembre scorso si è chiusa (definitivamente?) l’isola ecologica attrezzata a Rutigliano circa due anni fa con un finanziamento POR.
L’isola ecologica è una cosa seria, utile. Tuttavia da sola non risolve il problema del riciclaggio; inserita, invece, in un sistema di raccolta differenziata efficiente, tipo porta a porta, svolge una importante e complementare funzione.
L’isola ecologica è una cosa seria, utile. Tuttavia da sola non risolve il problema del riciclaggio; inserita, invece, in un sistema di raccolta differenziata efficiente, tipo porta a porta, svolge una importante e complementare funzione.
A Rutigliano si è rivelata un incredibile, assurdo spreco di denaro pubblico a causa della disattenzione degli amministratori comunali rispetto alla sua gestione e al relativo controllo.
La totale assenza di una adeguata sensibilizzazione sull’utilizzo e sulle funzioni dell’isola ecologica e la mancanza di informazione sulla sua stessa esistenza presso i cittadini; l’esaurimento, dopo due mesi dalla sua attivazione, delle tessere magnetiche di identificazione dell’utente e di registrazione del peso e della tipologia del materiale conferito; un servizio previsto nel capitolato mai attivato (l’isola itinerante: un container attrezzato con bilancia elettronica e contenitori che avrebbe dovuto girare per i quartieri di Rutigliano e Noicattaro). Tutto questo, messo insieme, ha creato i presupposti di un clamoroso fallimento. I numeri parlano chiaro.
In 19 mesi di attività (3 marzo ‘04- 15 dicembre ‘05) l’isola ecologica ha prodotto 280 t di materiale riciclato, una quantità scandalosamente bassa, ridicola se confrontata alle 22.905 t di rifiuti prodotti nel ‘04 da Rutigliano e Noicattaro. L’isola, dunque, ha intercettato soltanto l’ 1,2% del totale dei rifiuti.
Eppure per quella struttura si sono spesi 398.300 euro di cui 369.600 di finanziamento e 28.800 di proroga sborsati -fifty fifty- dai due comuni. Tra quota di cofinanziamento e metà spesa della proroga il comune di Rutigliano di suo c’ha messo 47.700 euro.
In rapporto ai soldi spesi una tonnellata riciclata presso l’sola ecologica è venuta a costare 1422 euro, una cifra pazzesca (se il comune, per una tonnellata di rifiuti conferita nella discarica Lombardi pagasse la stessa cifra spenderebbe, in un anno, 11 milioni e 800 mila euro).
Credo sia difficile trovare altri comuni in Italia che abbiano scialacquato quasi 400 mila euro a questa maniera. Nonostante sia Noicattaro il comune capofila di quel progetto è Rutigliano che porta la maggiore responsabilità del fallimento dell’isola ecologica, perché è stata fatta qui e rimarrà di nostra proprietà e perchè Rutigliano avrebbe dovuto cogliere l’occasione fornita da quella struttura per incrementare una raccolta differenziata ferma a un misero 6,8% (dato ‘04), mentre a Noicattaro si sperimenta già da tempo la differenziata porta a porta.
Al di là del fallimento dell’isola ecologica, anzi, imparando dall’errata gestione di quella esperienza, è bene che qualcuno, tra quelli che siedono sugli scranni della sala giunta, cominci a pensare seriamente ad organizzare la raccolta differenziata porta a porta anche qui a Rutigliano, così come sta avvenendo a Bari, a Castellana, Mola e in altri comuni della provincia.
Lo impongono il senso di civiltà e il rispetto dell’ ambiente, oltre che i numeri sulla produzione dei rifiuti e il costo del loro conferimento in discarica».
ULTIMI COMMENTI
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Commenti
a Rutigliano chi comanda mangia sempre a 4 bocche...:cry:
possibile che non si riesca a invertire questa tendenza a metterla a quel posto ai cittadini???
RUTIGLIANESI SVEGLIAMOCI!!!!
Soldi pubblici buttati al vento...o forse regalati a ...???